Domasino Bianco 2020 Terre Lariane IGT Cantina Sorsasso
Domasino Bianco 2020 Terre Lariane IGT Cantina Sorsasso

Domasino Bianco 2020 Terre Lariane IGT Cantina Sorsasso

Alessandra Pierotti @lalesomm

 

Come l’ho conosciuto

Primavera 2017. Mi trovavo a Lierna, paesino appena sopra Lecco, ricco di persone affettuose capaci di farti sentire parte della comunità, come se vivessi in quei luoghi da sempre.
Avevo organizzato un pranzo insieme ai miei genitori in un ristorante della zona conosciuto per la buona cucina e la bella location, con una bellissima balconata a sbalzo affacciata direttamente sul lago.
Il tempo era stato clemente, la giornata era fresca, limpida e il lago era bello come me lo ricordavo, caratterizzato da quella pace e tranquillità che su di me hanno un influsso benefico.
Ci lasciammo consigliare dallo staff nell’ordinazione, prediligendo un percorso degustazione del quale ricordo ancora con piacere gli ottimi assaggi.
I piatti erano elaborati ma non eccessivi, appaganti sia alla vista che al gusto; molto interessanti i piatti di verdure e pesce di lago. In questo contesto di assaggi e scoperte, ci portarono in degustazione una bottiglia di un vino bianco della zona: il Domasino.
Mi incuriosì il nome; ricordavo che Domaso fosse un paese in cima al lago di Como, ma non mi aspettavo che potesse produrre del vino.
Mi spiegarono che le origini del nome derivavano dall’usanza passata di chiamare in questo modo i vini della zona di produzione appena sopra Domaso.
Scoprii così una denominazione di cui si parla poco: Terre Lariane IGT, nata per tutelare la produzione vitivinicola del lago di Como e Lecco.

Descrizione della cantina

L’azienda Agricola Sorasso, a conduzione famigliare è stata avviata nel 1997 dagli attuali proprietari Roberta e Daniele, per ridare vita ad un vitigno autoctono della zona, il Verdesa.

Quattro ettari allevati a Guyot su terrazzamenti sulle sponde del lago, dove le uve sono esposte a un clima ventilato e temperato. Esposizione Est Sud/Est. Una viticoltura eroica.

Composto da un blend di uve Verdesa bianca, Sauvignon e Trebbiano in piccola parte, fermentazione alcolica in acciaio inox più 3 mesi di affinamento in acciaio.

Al calice si presenta di colore giallo paglierino chiaro, limpido, con sentori intensi, floreali, apre il ricordo delle passeggiate al tramonto in riva al lago con il profumo dei fiori bianchi in fiore, alternati a sentori di frutta a polpa bianca, con accenni esotici e note iodate minerali e leggermente balsamiche.

Ma è la facilità di beva e la piacevole sapidità che più mi sono rimaste impresse, tanto da non poter rimanere senza nemmeno a casa.

Perché mi piace

È un vino di nicchia, prodotto in una piccola zona

per il pubblico di quella zona, come se fosse tutto racchiuso e limitato al contesto di lago. E io ho voluto farne parte.

Questo vino rappresenta per me il fascino della scoperta di una realtà vinicola della quale ignoravo l’esistenza, che si accompagna alla scoperta di vitigni autoctoni di quella zona, di un terreno ricco di minerali che spiegherebbe lo sviluppo della sua sapidità. È un vino che stimola il degustatore a scoprire.

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