Come l’ho conosciuto
Ho conosciuto Cantina Cenci nel 2018, accompagnando un collega per un progetto radiofonico. È in quell’occasione che ho avuto modo di assistere all’eloquenza nel dialogo di Giovanni Cenci, enologo e vignaiolo. Da quella visita ne sono seguite numerose e in una delle ultime volte, Giovanni mi preannuncia che di li a breve, sarebbe uscito un nuovo prodotto della Cantina Cenci: un Pas Dosè da Trebbiano Procanico! Trebbiano che sino ad ora avevo potuto apprezzare nella sua versione secca.
Per “Impollinazione” (il nome del metodo classico da Trebbiano) torniamo alle vendemmia 2016 con successiva sboccatura novembre 2019 e anteprima 2020.
Con il 2021 esce in commercio il secondo Pas Dosè della cantina, con 40 mesi sui lieviti.
“Impollinazione” mi ha catturata esattamente come fa un ape quando si poggia su di un fiore.
Descrizione della cantina
Sorge oggi su una terra che un tempo era la sede di un antico monastero dei monaci Olivetani, un sottordine dei benedettini, risalente al 1389, dediti alla famosa formula “Ora et Labora”. L’azienda conta oggi 40 ettari di cui 6 vitati, locata in una zona collinare e con un terreno prevalentemente argilloso/sabbioso con una notevole presenza di scheletro di travertino. Si pratica agricoltura Biologica. Il modus operandi di Giovanni Cenci è da rifarsi al Gorino, libero pensatore umbro: “Fate poco, ma fate in modo che quel poco sia molto”.
Bott. N. 959 di 1285. 40 mesi sui lieviti. Sboccatura 8/3/21 12%
Nel calice giallo paglierino pieno e molto luminoso, una bollicina fine, piccola e persistente.
Il naso richiama subito la frutta esotica e acitrina come il pompelmo, freschezza da erbe officinali e note di pasticceria, burrose. In bocca è verticale, declinato sulla mineralità e con un richiamo fresco alle erbe officinali che chiudono il sorso.