Riecine Toscana 2017 IGT Riecine
Riecine Toscana 2017 IGT Riecine

Riecine Toscana 2017 IGT Riecine

Andrea Cappelli @detectivemills_official

Riecine Toscana 2017 IGT Riecine

Riecine è da sempre considerata un’azienda con una spiccata personalità, infatti i suoi vini sono identitari e territoriali, specchio di quella zona straordinaria che è Gaiole in Chianti. Personalmente ho sempre apprezzato i loro prodotti ma quello che mi ha avvicinato ancora di più e che ha fatto diventare Riecine una delle mie aziende del cuore è stata senza dubbio la conoscenza con Alessandro Campatelli. Fu un amico comune a presentarci in una domenica di Marzo del 2017 e da lì è nata una bella amicizia. Per quanto mi riguarda sono le persone a dare quel qualcosa in più che altrimenti si limiterebbe al mero compiacimento di un vino ben fatto.

Descrizione della cantina

L’azienda si trova a Gaiole in Chianti e la sua storia recente inizia nel 1971 quando venne fondata dall’inglese John Dunkley che con sua moglie Palmina Abbagnano acquistarono il primo ettaro e mezzo. La prima annata di Chianti Classico fu la 1973.

Dal 2011 la proprietà è di una famiglia russa guidata da Lana Frank e dal 2015 Enologo e General Manager è Alessandro Campatelli con precedenti esperienze in Tenuta di Trinoro, Passopisciaro, Monteverro e Kendall-Jackson Monterey, recentemente insignito con il Premio Gambelli. Le vigne si trovano tra i 430 ed i 600 metri s.l.m. su terreni misti di quarzo, roccia, argilla, sabbia e scisto.

Dalla vigna più vecchia (45 anni circa), a un altitudine che varia tra i 450 ed i 500 metri e con rese al di sotto dei 20 q/ha nasce questo vino che amo definire un Sangiovese di Borgogna. 2.500 bottiglie in un’annata molto complessa, circa un mese di fermentazione in vasche di cemento non vetrificato Nomblot, 36 mesi di affinamento in uovo di cemento non vetrificato Nomblot e 6 mesi di bottiglia. Ne esce un Sangiovese in purezza di rara eleganza ed armonia. Violetta, frutta rossa matura e carnosa, eucalipto e menta, sottobosco e finissime note speziate. Al palato è suadente: un tannino che sembra seta e una rotondità pazzesca. Il finale lunghissimo gioca ancora sul floreale e sul balsamico. Una 2017 che ha del miracoloso.

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